Club Amici Valtortiani

Bombardamenti su Viareggio, Scheda

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view post Posted on 24/10/2013, 21:38
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Informazioni su eventi bellici del 1944 e inedito fotografia aerea della casa di Maria Valtorta



Parlando casualmente con dei colleghi di lavoro sono venuto a conoscenza di un sito americano dove sono raccolti e pubblicati documenti a carattere storico-militare appartenenti alla storia degli Stati Uniti d'America e a testimonianze dai vari fronti di guerra dove gli americani sono stati impegnati.
Un sito davvero ben realizzato che consiglio a tutti di visionare sia in modo 'free' sia iscrivendosi gratuitamente tramite invio della propria mail ( è possibile anche l'iscrizione a pagamento per un accesso completo a tutti i dossier presenti che sono davvero un numero considerevole ).
Così mi è venuta in mente una possibile traccia di lavoro e mi sono messo a fare ricerche sul sito in questione che è visionabile a questo link:
www.fold3.com/

Dopo un po' sono riuscito a recuperare due importanti immagini relative a due diversi bombardamenti arerei effettuati dagli americani sulla città di Viareggio nel 1944.
Sono due foto a mio avviso importanti perché sono sia una testimonianza storica sia una testimonianza a carattere valtortiano.
Nella prima foto infatti si riesce a vedere, seppur in maniera molto piccola, la casa di Maria Valtorta mentre nella seconda si può apprezzare e comprendere l'impatto della guerra sulla città di Viareggio in quella che era la cosidetta linea Gotica.
Leggendo gli scritti valtortiani ci imbattiamo spesso in quelli che possiamo definire gli 'echi della guerra' senza però che essa irrompa mai in modo pesante nella scena.
Queste due foto invece testimoniamo molto bene la durezza di quei giorni e ci aiutano a comprendere le vicessitudini di Maria Valtorta che ha dovuto sopportare anche questa pesantissima situazione tutta intorno a lei.

Inizio questa ricerca presentando l'immagine attuale della città di Viareggio con il posizionamento odierno della casa di Maria Valtorta ricavato dal programma Google Earth.
La foto come tutte le altre che presento sono state ridotte come dimensioni in modo da essere meglio visualizzabili da questo forum, ma cliccando con il mouse sopra la foto si apre automaticamente il link alla foto originale di dimensioni molto maggiori che permette una visione ingrandita della stessa permettendo di apprezzare i particolari.


( cliccando sopra la foto si apre il link all'immagine in grandezza naturale )



La foto in questione permette di rendersi meglio conto della diposizione dell'area urbana che è rimasta pressoché simile a quegli anni.

Inizio con una brevissima rievocazione di quanto è accaduto a Viareggio durante la seconda guerra mondiale iniziando da quello che è stato il primo bombardamento della città ad opera degli alleati.
Il testo è estratto dalle memorie di Lea Bicicchi visionabili interamente dal sito dell'associazione culturale Terra di Viareggio a questo link:
www.terradiviareggio.it/Lea_Bicicchi-1.htm

CITAZIONE
I primi due anni passarono abbastanza bene, all'infuori che avevamo poco da mangiare, perchè era tutto tesserato, ma bombe e cannonate non sapevamo ancora che cosa fossero. Ma purtroppo, col passare del tempo tutto ciò precipitò e anche noi ci trovammo di fronte a ciò che significava realmente la guerra. Una sera eravamo a cena e all'improvviso suonò l'allarme. Come al solito pensavamo che non sarebbe accaduto niente, ma all'improvviso si sentì un rumore di aerei che cominciarono a lanciare dei bengala; mio padre che aveva fatto la prima guerra mondiale e sapeva di che cosa si trattasse, ci disse di uscire subito di casa e di andare in aperta campagna, e così si fece. Ma appena fatto un chilometro si cominciò a sentire il sibilo delle bombe che stavano cadendo. Sotto consiglio di mio padre mi gettai in terra, per il pericolo dello spostamento d'aria, ma mia madre spaventata, continuava a scappare; io non sapevo come impedirglielo e mi gettai su di lei e con il peso del mio corpo le impedii di fuggire. Credo che in quel momento io abbia provato una grande paura: gente che urlava da ogni parte, terrorizzata, bambini che piangevano attaccati al collo delle proprie madri.

Quando fu tutto finito, si seppe che le bombe erano cadute a poca distanza da noi, e questo avvenne la sera di Tutti i Santi, ed era il primo bombardamento su Viareggio ( 1 novembre 1943 ).
Fortunatamente non ci furono morti.

Il giorno dopo, i miei genitori decisero che non era più possibile restare a casa nostra, dato che in linea d'aria eravamo molto vicini alla stazione, obbiettivo molto ricercato dal nemico. Così verso sera, preso il minimo indispensabile, si andò ad abitare da mia sorella che abitava in aperta campagna, lontana da obbiettivi militari; lì si trascorsero alcuni mesi, non privi comunque di terrore, con continui bombardamenti sia di giorno che di notte, con diversi nostri conoscenti feriti sotto le macerie. Un giorno che il bombardamento fu ancora più tremendo con parecchie vittime, mia madre che fra tutti era quella che si spaventava di più, decise che anche in campagna non era più il caso di stare. Così, insieme ad altre famiglie che abitavano vicino a noi, si decise di sfollare e si partì per la montagna.

Questa è una prima testimoniaza diretta degli episodi bellici ma le ricerche storiche ci informano che Viareggio dal 1 novembre 1943 al 7 febbraio 1945 fu devastata dalle bombe.
Prima dalle forze aeree alleate che, nel corso di 62 incursioni aeree scaricarono sulla città oltre 1600 bombe.
Poi fu la volta dei tedeschi che, dopo essersi ritirati da Viareggio cercarono di contrastare con il tiro dei cannoni l’avanzata dei reparti americani.

Questa storia drammatica iniziò come detto il 1 novembre 1943 alle ore 19,30, quando gli aerei alleati, provenienti dal mare, bombardarono la zona della stazione, senza peraltro centrarla, colpendo invece le strade vicine alla linea ferroviaria.
L'obiettivo del raid aereo era appunto la linea ferroviaria, che però non fu colpita.
Alla fine furono contate 72 bombe che caddero nelle vicinanze della linea ferrata colpendo la via Mazzini, via Pucci, via Volta, via della Fontanella, via dei Peecchi e via della Portichina.
Per ultriori informazioni si rimanda al seguente link da dove sono state estratte le informazioni sopra riportate:
www.viareggiok.it/1111943-primo-bom...o-su-viareggio/

E arriviamo finalmente alla foto, inedita dal punto di vista valtortiano, che raffigura la casa di Maria Valtorta con delle successive considerazioni in merito.
Per prima cosa presento un immagine che in realtà è un collage tra ieri e l'oggi allo scopo di meglio comprendere la posizione e l'immagine stessa.
Per tutti coloro che hanno avuto modo di visitare la casa di Maria Valtorta ( oggi adibita a casa-museo della sua memoria ) e allo scopo di meglio orientarsi,
ho contraddistinto con dei colori e delle forme geometriche i luoghi che possono servire da riferimento geografico.
In basso a sinistra con il colore viola abbiamo le due darsene del canale di Viareggio.
Proseguendo in alto abbiamo delle aree verdi prospicienti la 'passeggiata' del lungomare di Viareggio.
In basso al centro invece c'è il palazzo del Comune di Viareggio contrassegnato con un rettangolo di colore azzurro.
Sulla destra dell'edificio inizia e prosegue la via Antonio Fratti dove, all'odierno numero civico 257, è ubicata la casa di Maria Valtorta.
La lunga via Fratti ho provveduto ad identificarla con una lunga retta di colore giallo che si incrocia con la via Leonardo da Vinci dove, proprio a pochi metri da essa si trova la casa.
Questa ipotetica 'croce' di colore giallo che ho 'costruito' sulle due mappe della città identifica il posizionamento della casa di Maria Valtorta che ho indicato in un cerchietto di colore viola.
Ecco la foto collage ( ricordo che cliccando sopra di essa con il mouse si 'apre' la foto a grandezza naturale):


( cliccando sopra la foto si apre il link all'immagine in grandezza naturale )



E adesso alcune condiderazioni in merito a questa foto.
Le scritte, riportate in alto sul documento, ci informano che la registrazione del negativo originale è stata fatta il 15 novembre del 1945 da parte del quartiere generale delle forze aeree americane nel teatro delle Operazioni del Mediterraneo. Teatro di guerra 12# ( Viareggio, Italia ) Bombardamento sopra campi della ferrovia.
Sembrerebbe quindi una foto del 15 novembre del 1945 ma non può essere così.

La città di Viareggio, infatti, venne interamente occupata e liberata dagli alleati il 16 settembre 1944.
fonte da Wikipedia:
CITAZIONE
Durante la Seconda guerra mondiale Viareggio subì bombardamenti pesantissimi: interi quartieri furono distrutti completamente o quasi.
L'11 settembre 1944 le truppe alleate raggiunsero la periferia della città e il 16 settembre 1944 venne interamente occupata e liberata dagli Alleati.

Si tratta quindi di un immagine che documenta un bombardamento della città di Viareggio che è anteriore a quella data, e infatti, nella parte retrostante del documento leggiamo:
Bombing of the marshalling yards at Viareggio, Italy by North American B-25 of the 12th Air Force on 13 march 1944

che tradotto significa:
Bombardamento delle stazioni di smistamento a Viareggio, Italia da North American B-25 del 12° Air Force on 13 Marzo 1944

In pratica si tratta di un immagine ripresa da un bombardiere americano B-25 appartenente al 12 stormo delle forze aeree americane proveniente, con tutta probabilità, dalla base aerea di Solenzara in Corsica, dove era di stanza il comando degli alleati.

A conferma della data del 13 marzo 1944 abbiamo dei documenti che indicano come quel giorno vi fu effettivamente un bombardamento della città di Viareggio e che quell'operazione si configura come il bombardamento più pesante subito dalla città.

fonte archivio del quotidiano "Il Tirreno":
http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archiv...V2PO_LV201.html
CITAZIONE
Durante tutto il periodo bellico, nel corso di 62 incursioni aeree, Viareggio fu colpita da 1.667 bombe e con oltre 870 abitazioni distrutte, 699 gravemente danneggiate e 1.286 lesionate fu riconosciuta come “città sinistrata”. Nella popolazione civile vi furono 180 morti, 70 invalidi e 150 feriti.
Fra i tanti bombardamenti, ricordiamo quello del 13 marzo 1944, sicuramente il più grave. Poco prima di mezzogiorno, 27 aerei venuti dal mare colpirono pesantemente la zona della vecchia stazione, la via Regia, la piazza Bottini, il passaggio a livello sulla linea ferroviaria ed i quartieri circostanti. Fu centrato anche il cavalcavia ferroviario sotto il quale si trovava il treno proveniente da Pisa e diretto a Genova. Gli effetti drammatici del bombardamento furono 140 case distrutte e 420 danneggiate più o meno gravemente. Ci furono 79 feriti, dei quali 5 in gravissime condizioni e 52 morti

fonte dal sito Vittime Innocenti:
da www.vittimeinnocenti.altervista.org/viareggio.html

CITAZIONE
Il bilancio delle perdite umane fu ancora più grave: il comune di Viareggio ebbe 180 morti, 70 invalidi, 150 feriti, 250 deportati.
Gli alleati bombardarono Viareggio e dintorni quattro volte nel 1943 uccidendo 21 persone, e trentacinque volte nel 1944 cagionando 76 morti.
Il tredici marzo del 1944 Viareggio subì il suo maggiore bombardamento: ventisette bombardieri la sorvolarono e sganciarono bombe per l'intero giorno facendo 52 vittime.
Nell'ultima incursione, 25 settembre 1944, le vitime furono undici.
Nel periodo che va dall'ottobre del 1943 al 28 gennaio 1944 Viareggio fu anche cannoneggiata sedici volte ed in questo periodo morirono 8 persone.

Accertata quindi, da un punto di vista storico, la foto del bombardamento di Viareggio e collocandola al giorno 13 marzo 1944
che cosa possiamo dire da un punto di vista valtortiano ?
Possiamo dire che nel momento in cui è stata scattata questa foto Maria Valtorta, assieme a Marta Diciotti, si trovava certamente nella sua casa in via Fratti, in quanto impossibilitata a fuggire a causa della sua infermità che la obbligava a rimanere a letto.

Dal volume dei " I Quaderni del 1944 " constatiamo che quel giorno non scrisse nulla, leggiamo infatti alla data 14-15 marzo:

CITAZIONE
Il giorno 12 non c'è dettato. Il 13 non ho voluto scrivere. E lei sa perché.
Il 14, col broncio ancora, cedo perché... perché a lasciarlo parlare senza fermare i suoi pensieri mi sento levare l'aria e la vita. Ma il broncio ce l'ho ancora. Sicuro. E se non fosse che oggi è il mio compleanno e che le sue parole sono il regalo più bello per la povera Maria, terrei ancora duro per vedere se, attraverso questo mezzo, mi fa la grazia che chiedo per tutti.

Il documento storico che ritrae il tragico bombardamento di Viareggio del 13 marzo 1944 si sovrappone quindi alla vicenda umana e mistica di Maria Valtorta che in quel preciso momento era nella sua casa di via Fratti. Un sottile legame che unisce tutti gli amanti degli scritti di Maria Valtorta che possono così andare al di la dell'immagine stessa che ci mostra una casa piccola piccola ma nella quale sappiamo che vi era la mistica che ci ha regalato, grazie anche alle sue personali sofferenze, un Opera così bella e sublime.


( cliccando sopra la foto si apre il link all'immagine in grandezza naturale )



link all'immagine originale sul sito Fold3:
www.fold3.com/image/49107418/

Dalla testimonianza di Marta Diciotti raccolta nel volume "Una vita con Maria Valtorta" di Albo Centoni
troviamo questo passo relativo proprio a quegli anni della guerra:
CITAZIONE
Certo, quelli erano anni tremendi, in cui i nostri poveri nervi eran logorati dalle difficoltà, dalle paure continue dei bombardamenti che, anche in questa città, non furono leggeri.
In linea d'aria la stazione è vicinissima ed orribili erano le esplosioni che facevano tremare ogni cosa, che sbattevano tutto, spaccavano, spezzavano.
Erano minuti di terrore, in cui gl'istinti più brutali della conservazione si manifestavano crudamente, mettendo a nudo tutte le reali bassezze dell'anima umana, sbaragliata via di un sol colpo ogni ipocresia.
Se qualche maligno aveva pensato che Maria fingesse nel suo stato d'infermità, qui, in queste occasioni cioè, poteva aver la riprova della verità del suo stato reale.
Sebbene terrorizzata anch'essa, non si spostava di un centimetro dal suo letto. «Ci faranno fare la fine del topo» diceva. E, coi nervi a fior di pelle, ci si poteva anche ridere su.
Io mi rendevo ben conto e provavo una grandissima pietà anche per quella poveretta che non aveva nemmeno il conforto di sfogare con la fuga delle gambe la paura che in quei momenti dominava istintiva, senza il controllo della ragione. Stavo vicina a lei e anch'io facevo quel che potevo.

Sappiamo poi che Maria Valtorta fu costretta a lasciare la sua casa per ordine delle autorità cittadine che decretarono lo sfollamento di tutta la cittadinanza di Viareggio entro la fine del mese di Aprile 1944.

evacuazione-viareggio


Maria Valtorta con Marta Diciotti e i parenti Belfanti lasciarono la casa il 24 Aprile 1944 per sfollare a S. Andrea di Còmpito dove sarebbero rimasti fino al 23 dicembre quando poterono finalmente tornare a casa.
Durante questo periodo Viareggio venne più volte colpita dai bombardamenti degli alleati che però non colpirono mai la casa di Maria Valtorta.
Nel successivo documento fotografico vediamo ingrandita la zona della stazione di Viareggio colpita pesantemente dalle bombe durante un attacco nel giugno del 1944.
In questa immagine l'abitazione di Maria Valtorta non è visibile.
Ho provveduto a ruotare l'immagine originale e ho inserito dei riferimenti in giallo di alcuni edifici grazie ai quali è possibile localizzare meglio la zona confrontandola con l'immagine precedente.
In ogni modo da questa foto si capisce bene la quantità delle bombe lanciate e la potenza distruttiva dei bombardamenti alleati che lasciavano grossi crateri nel terreno e facevano crollare interi edifici.


( cliccando sopra la foto si apre il link all'immagine in grandezza naturale )



link all'immagine originale sul sito Fold3:
www.fold3.com/image/49107395/

Per concludere questa ricerca realtiva ai bombardamenti su Viareggio e sulle vicessitudini ad essa legate di Maria Valtorta inserisco la nota che si trova nel volume dei " I Quaderni del 1944 " alla pagina del giorno 24 aprile 1944 che fu il giorno dello sfollamento da Viareggio di Maria Valtorta:
CITAZIONE
L’anno 1944 fu segnato dagli otto mesi dello sfollamento, che costrinse Maria Valtorta a lasciare la sua casa di Viareggio per rifugiarsi a S. Andrea di Còmpito, frazione del comune di Capànnori in provincia di Lucca.
Nella presente nota raggruppiamo le notizie utili per comprendere i riferimenti a fatti e persone di quel periodo, nel quale si collocano gli scritti dall’aprile al dicembre 1944.
Già dal 29 luglio 1943 erano ospiti di casa Valtorta a Viareggio, sfollati da Reggio Calabria, i parenti Belfanti: Giuseppe, cugino della mamma della scrittrice; sua figlia Paola; e Anna, detta Titina, seconda moglie di Giuseppe e matrigna di Paola. Ad essi era venuto ad aggiungersi, in una sera dell’autunno 1943, il giovane Luigi, detto Gigi, figlio di Giuseppe e fratello di Paola, sfuggito ai tedeschi e in cerca di un sicuro rifugio.
Fu allora che si pensò per la prima volta a S. Andrea di Còmpito, dove Marta Diciotti aveva delle conoscenze e dove si trasferi subito il giovane Gigi, per rimanervi fino al marzo del 1944, quando gli capitò un mezzo di fortuna che lo condusse a Roma, prima tappa del suo ritorno a Reggio Calabria.
Il 10 aprile 1944, una persona amica venne in casa Valtorta ad avvisare, in via riservata, che sarebbe stato decretato lo sfollamento obbligatorio per i cittadini di Viareggio, da effettuarsi entro la fine del mese. Quando, dopo alcuni giorni, la notizia ebbe la sua conferma ufficiale, Maria Valtorta e Marta Diciotti, con i tre della famiglia Belfanti, erano già intenti a predisporre il trasferimento a S. Andrea di Còmpito, ritenuto un luogo adatto dopo la precedente esperienza. Per motivi pratici, era stata scartata Camaiore, località che Maria avrebbe preferita.
ll 24 aprile 1944, verso le ore 15,30, Maria partiva su una vecchia “Balilla” noleggiata, non avendo voluto rischiare la richiesta di un’ambulanza al Comando tedesco. L’inferma veniva sistemata alla meglio sul sedile posteriore dell’auto, e Paola le sedeva accanto. L’accompagnava, accanto all’autista, il Padre Migliorini, che portava con sé l’olio santo dell’estrema unzione. insieme con loro partiva anche Anna, detta Titina, che però prendeva posto sul camion che trasportava la mobilia di casa Valtorta. Marta e Giuseppe, invece, partirono cinque giorni dopo, andando in treno fino a Tassignano e raggiungendo a piedi S. Andrea di Còmpito, dove il gruppo familiare, con la cagnetta Toi a la gabbia degli uccellini, si ritrovò alloggiato in casa dei coniugi Settimo ed Eleonora Giovannetti.
Il Padre Migliorini, che era ripartito il 25 aprile, tornando al suo convento di Viareggio, si sarebbe recato qualche volta, durante quegli otto mesi di sfollamento, a S. Andrea di Còmpito per visitare la sua assistita, alla quale portava spesso la s. Comunione il parroco del luogo, Don Narciso Fava. Maria ricevette visite anche da Padre Pennoni (da Viareggio), da Padre Fantoni (da Lucca, latore di notizie del P. Migliorini), da suor Gabriella, stimmatina (da Camaiore), oltre che da persone che si trovavano colà sfollate: amici viareggini (come i Lucarini) o nuove conoscenze. A S. Andrea di Còmpito, tra nascoste manifestazioni e complesse sofferenze, che gli scritti qui pubblicati documentano, l’inferma Maria Valtorta continuava la sua missione di scrittrice iniziata un anno prima e che cominciava ad arricchirsi di brani della grande opera sul Vangelo, anch’essi documentati nel presente volume.
Per varie necessità, Marta Diciotti si recava di tanto in tanto a Lucca, con una specie di diligenza oppure a piedi. Fece una prima capatina a Viareggio il 24 settembre 1944, in compagnia di Enzo Lucarini, e vi tornò ancora ai primi di ottobre e di novembre, riportando notizie sullo stato della casa e sui danni della guerra.
Il 10 novembre 1944 poterono ripartire Giuseppe, Anna e Paola Belfanti, che intrapresero il difficile viaggio di ritorno verso Reggio Calabria.
Il 21 dicembre 1944 una lettera del Padre Migliorini, portata dal confratello P. Fantoni, avvisava che era stato predisposto il tanto sospirato ritorno a casa, che infatti Maria e Marta poterono realizzare due giorni dopo, il 23 dicembre, su un’ambulanza di fortuna e con varie peripezie, precedute dal camion che riportava parte delle loro masserizie. Il Padre Migliorini era in attesa a Viareggio. Nel febbraio 1945 Marta Diciotti sarebbe tornata a S. Andrea di Còmpito per prendere ciò che era rimasto della mobilia.



Edited by terranovas - 10/11/2015, 23:06
 
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view post Posted on 12/5/2015, 09:39
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Una testimonianza diretta di Maria Valtorta in merito ai bombardamenti la troviamo nei "I Quaderni del 1944":

CITAZIONE
20 - 2 - 44.
Come le ho detto, oggi non ho avuto altra contemplazione che quella della Croce col mio Gesù che guarda in basso, ai piedi del suo patibolo; guarda a Maria e a Giovanni che, stando quasi voltati di schiena rispetto a me, guardano in alto, a Gesù.
Mi si è illuminata mentre ascoltavo la Messa trasmessa per radio dalla Francia, e precisamente al Sanctus.
Così nitida e così parlante allo spirito, che mi sono detta che la Messa vista così è cosa di Cielo.
Poi è venuto l’inferno delle bombe...
Ma neppure questo terrore è valso ad annullare la visione che avevo.
M’è durata e dura per tutto il giorno.
 
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view post Posted on 18/2/2021, 12:29
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Il bombardamento, il cavalcavia e il treno passeggeri – Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea in provincia di Lucca

Per ben 70 volte, dal novembre 1943 al settembre 1944, le bombe (oltre 1.700 in tutto) colpiscono Viareggio.
L’obiettivo principale è rappresentato dalla ferrovia, dalla via Aurelia, dalle aziende in Darsena (Fervet e cantieri), ma le bombe colpiscono un po’ ovunque e uccidono 125 civili.
Anche dopo la liberazione la città rimane esposta ai cannoneggiamenti delle truppe tedesche, che provocano ulteriori danni materiali e altri 5 morti.
Il più tragico raid aereo si ha il 13 marzo 1944: vengono colpite la stazione ferroviaria e lo scalo merci, ma anche il cavalcavia, sotto il quale si trova un treno passeggeri. Il bilancio è di 62 morti e 79 feriti, quasi tutti residenti altrove e sfortunati viaggiatori su quel convoglio.
A causa dell’incalzare delle violenze belliche, Viareggio viene sfollata in modo pressoché totale. L’ordine di evacuazione della città è emanato il 17 aprile 1944.


Viareggio – La zona del cavalcavia dopo i bombardamenti – Foto tratta da Nuova Viareggio Ieri N.9- novembre 1993

Fonte: http://www.isreclucca.it/luogomemoria/il-b...eno-passeggeri/

anche Maria Valtorta, in una lettera a un'amico del 27 Marzo 1944 commenta questo bombardamento:

«Ma creda che il bombardamento del 13 c.om. fu proprio tremendo. La mia casa svettava come la cima di un albero nonostante le bombe siano cadute dietro le chiese di S.Antonio e della Ss.Annunziata dove hanno demolito un 100 case e ridotte inabitabili altre 100 e più.
Ma le vittime maggiori si ebbero nel treno stipato come un barile di acciughe e colpito in pieno.
Il male è che le incusioni sono continue e si vive sempre con la tremarella addosso. Se vedesse come è ridotta la città! Tutto quanto resta dei suoi abitanti è in un quadrilatero che va da via S.Martino e il Marco Polo - Viale Buonarotti (sic) e via Veneto.
E sempre ne scappano via.
Io dove posso andare?
Chi prende in casa una malata? Chi persuade la gente che non sono contagiosa?
Vorrei morire, lo creda.»
 
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