Club Amici Valtortiani

Discussioni su facebook su Maria Valtorta, Ottobre - Novembre 2019

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view post Posted on 6/11/2019, 11:34
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Carlo Poloni Ofmcap
8 ottobre 2019

"Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri altri mulini al vento"
(proverbio cinese).

Intervengo su questo post perché impossibilitato (per ban) di poterlo fare sulla pagina dell'ex-vaticanista Aldo Maria Valli che ha pubblicato un articolo sul libro di don Ernesto Zucchini su Maria Valtorta (vedi qui) e dove padre Carlo Poloni è intervenuto ripetutamente scrivendo sempre la stessa frase:
Tutto molto interessante!
«Peccato che si faccia riferimento solo ad alcune note dell’Osservatore Romano e non al più autorevole Decreto di proscrizione del Santo Uffizio del 59, che OR pubblicò in un trafiletto e alla lettera del 1985 in cui l’allora Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede (già Santo Uffizio) card. Ratzinger rispondeva a una domanda del card. Siri a proposito della validità di tale decreto dopo l’abolizione dell’Indice dei libri proibiti».


Ma invece di combattere pubblicamente Maria Valtorta e la sua Opera perché non si ascolta il giudizio di un suo confratello ?
https://youtu.be/kXzyBgsXcQ0

1) io non combatto né pubblicamente, né occultamente la Valtorta e la sua opera: personalmente sono abbastanza indifferente, pur riconoscendone il valore letterario e la suggestività della narrazione. Ho semplicemente aggiunto dei dati e dei pronunciamenti ufficiali della Chiesa che il dott. Valli e l’autore del libro che lui recensisce nel suo articolo hanno omesso (e non credo sia stata una omissione accidentale).
2) io posso ascoltare e anche dare credito al giudizio di un mio confratello. Però io ho citato ben altri giudizi di ben altri autori: la Congregazione della dottrina della fede e il cardinal Ratzinger che, in qualità di Prefetto, risponde in maniera puntuale alla richiesta fattagli dal card. Siri.
Non conosco il confratello che dà testimonianza e quindi lo prendo per buono; ma non ho alcuna difficoltà a credere alla competenza dell’allora cardinale, in seguito Pontefice e ora Papa emerito, e all’autorevolezza della suddetta congregazione.

Gentile Carlo Poloni Ofmcap io da anni studio l'Opera di Maria Valtorta e conosco molto bene i pronunciamenti dell'allora Sant'Uffizio (e anche altri dello stesso periodo come ad esempio la messa all'Indice dei Libri proibiti del Diario della Divina Misericordia di Santa Faustina Kowalska).
Vorrei replicare ai due punti che ha sollevato.
Il primo è che è del tutto arbitrario che lei definisca "indifferente" la sua azione sistematica e ripetitiva sul post del dott. Valli.
Gli interventi volti a stroncare gli entusiasmi dei lettori dell'Opera valtortiana sono stati precisi e puntuali, anche se naturalmente io non li condivido affatto.
Fermo restando la sua buona fede mi chiedo perché anche lei (come molti altri che sono avversi all'Opera di Maria Valtorta), omettete di citare il primo pronunciamento ufficiale della Chiesa che fu dato da papa Pio XII:
"Pubblicate quest'opera così come sta; chi legge capirà".
Dando poi indicazioni su come pubblicare l'Opera stessa... ovvero fuori dagli ambienti romani!
Lei lo sa che il Sant'Uffizio, nella persona di mons. Giovanni Pepe chiese di avere i manoscritti originali di Maria Valtorta e disse: "Qui rimarranno come in un sepolcro", e non gli aveva neppure letti...
E sa che lo stesso monsignore, prima di essere cacciato da quegli stessi Santi Uffici, fece mettere all'Indice ben otto biografie di padre Pio da Pietralcina e che tutto venne fatto all'insaputa del papa ?
Papa Pio XII lo seppe proprio leggendo l'Osservatore Romano e fece subito fare una nota di accomondamento sul quotidiano.
Poi quella proscrizione non venne mai avvallata e infatti non è stata inserita negli Acta Apostolicae Sedis. Caso unico nella storia della Chiesa che evidenzia la distanza tra il papa e il Sant'Uffizio, di cui era anche a capo...
È proprio per questo che la messa all'Indice dell'Opera, nonostante essa fosse stata pubblicata già da alcuni anni, avvenne solo dopo la morte di papa Pio XII, che non avrebbe tollerato un'altra condanna da lui non gradita.

Ma tornando a Maria Valtorta occorre dire che il card. Ratzinger non poteva che rispondere così come ha risposto visto che al tempo dei fatti era professore di teologia all'università di Bonn e lontano da Roma. Si cita sempre il Sant'Uffizio come posizione ufficiale della Chiesa ma non si citano mai le persone che ne hanno fatto parte e che hanno forumulato quei giudizi. Chi ha posto all'indice l'Opera valtortiana è stato il card. Ottaviani e il card. Parente. Assieme ad altri ecclesiastici che sono morti in modo anomalo proprio per essersi opposti all'Opera, mi riferisco alle dipartite del maestro del Sacro Palazzo padre Mariano Cordovani e del famoso card. Marchetti Selvaggiani, entrambi oppositori degli scritti valtortiani e morti in modi singolari.
Tra di essi, potenti e famosi, non ce ne è uno che sia stato proposto per essere elevato agli altari...
Mentre invece, un altro suo confratello, agli onori degli altari ci è salito e la Chiesa Cattolica, proprio sotto il pontificato di papa Benedetto XVI lo ha dichiarato beato. Mi riferisco a padre Gabriele Allegra, francescano e apostolo del Vangelo in terra d'Oriente nonché traduttore dell'intera Sacra Bibbia in lingua cinese.
Un vero santo della Chiesa che ha portato fino agli estremi confini della terra la parola del Signore.
Ed è stato bello scoprire che proprio lui, insigne biblista ed esegeta, posto davanti all'Opera di Maria Valtorta ha esclamato:
"Digitus Dei est hic!" e si è innamorato di questi scritti.

Io credo che davanti a tanti episodi dove personaggi come padre Pio, madre Teresa di Calcutta, la Beata Maria Agnese Teresa del Santissimo Sacramento, il succitato Padre Allegra e molti altri illustri uomini di chiesa come il card. Bea, mons. Alfonso Carinci e lo stesso card. Giuseppe Siri, possiamo esercitare un po' di prudenza ed evitare di opporci a degli scritti che potrebbero veramente provenire dal Signore.
Perché la prudenza si esercita a 360° e così come è giusto lasciare all'autorità della Chiesa un pronunciamento definitivo su questi scritti è giusto anche non combatterli per evitare, come diceva il saggio rabbì Gamaliele: «non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!».


Va tutto benissimo… Sta di fatto che certi pronunciamenti e approvazioni è la Chiesa a doverli fare e lo fa non attraverso l’apprezzamento di persone di santità provata e riconosciuta, ma proprio tramite la Congregazione per la dottrina della fede. Tali pronunciamenti a proposito degli iscritti della Valtorta non sono stati positivi.
Inoltre, nel 1985 il cardinale Ratzinger era a Roma già da un bel po’ di anni e se ha scritto quello che ha scritto lo ha fatto con cognizione di causa; se poi, da pontefice, non ha ritenuto di smentire i pronunciamenti della Congregazione di cui fu Prefetto o era in malafede anche lui (il Papa!), oppure aveva buoni motivi per non revocare il giudizio negativo già espresso.
In ogni caso ribadisco: la tematica “scritti di Maria Valtorta“ mi è piuttosto indifferente, nonostante di ciò che ho letto riconosco una certa validità letteraria e una capacità descrittiva e narrativa non indifferenti (Oltre al fatto di trovare descrizioni precise di ambienti in cui lei non era mai stata, cosa davvero incomprensibile!). Ho però postato più volte il mio messaggio che fa riferimento ai pronunciamenti del Santo Uffizio e del cardinale Ratzinger perché né nell’articolo di valli, né nelle citazioni del libro a cui lo stesso valli fa riferimento se ne faceva menzione. Oltretutto, cioè l’insistenza da parte dei sostenitori della Valtorta nel dire che non esistono e non sono mai esistiti pronunciamenti contrari agli scritti… E questo non è corretto, come lei ben sa.

Mi scusi gentile Carlo Poloni Ofmcap, va benissimo che sia la Chiesa a dover dare approvazione in merito alla mistica Maria Valtorta, sono perfettamente d'accordo su questo, però la verità storica ci dice che quel pronunciamento positivo, il primo tra l'altro, c'è stato ed è stato dato da papa Pio XII che al tempo era anche a capo del Sant'Uffizio.
Perché dunque non ricordarlo ?
Alla pari dei successivi giudizi intendo.
Sappiamo anche che coloro che presiedevano il Sant'Uffizio di quel periodo storico sono gli stessi che hanno messo all'Indice dei Libri Proibiti il Diario della divina Misericordia di Santa Faustina Kowalska e che hanno perseguito padre Pio da Pietrelcina considerandolo un impostore.
Perché solo per Maria Valtorta deve valere ancora quel giudizio negativo quando sappiamo che quelle persone hanno mal operato?
Sappiamo anche che la lettura dell'Opera valtortiana produce dei buoni frutti in chi la legge, conversioni, aumento della propria fede, amore per il Signore Gesù e per Maria Ss.ma.
Tutto questo non dobbiamo considerarlo ?
Il Sant'Uffizio di allora aveva almeno questa giustificazione di non conoscere i frutti buoni che quest'Opera produce, ma oggi li conosciamo e siamo in grado di valutarli.
Così come siamo in grado di valutare e di verificare tutti quei dati che in modo del tutto inconsapevole ha messo su carta Maria Valtorta durante la sua esperienza mistica. Dati che la scienza, l'archeologia, l'astronomia, la botanica, la geografia hanno potuto confermare, a volte con risultati eclatanti.
Tutto questo interroga la nostra mente e la nostra razionalità perché, come ha giustamente sottolineato anche lei, come è stato possibile per una donna inferma e immobilizzata al suo letto, poter ricostruire un intero mondo di 2000 anni fa con precisione e vividezza di particolari?
Siamo davanti a un vero e proprio miracolo. Non ci sono altre soluzioni per poter spiegare umanamente quelle descrizioni.
In merito all'allora card. Ratzinger mi pregio di darle una informazione che al momento non è stata ancora ufficializzata in quanto la documentazione relativa non è stata ancora rinvenuta, ma sappiamo che esiste, ci sono quindi tutti i presupposti per poter considerare autentica questa notizia che cambierebbe sensibilmente l'opinione di papa Benedetto XVI sull'Opera valtortiana:
https://clubamicivaltortiani.forumfree.it/?t=76792101


Scusi, ma un po’ di precisione non guasta...
1) Pio XII non è mai stato Prefetto del Santo Uffizio
2) la dichiarazione di Pio XII è stata fatta a voce e non ha riferimenti scritti (per cui è riportata a memoria solo da probabili testimoni oculari): non dubito che il Papa possa aver detto quella frase (che peraltro dice tutto e dice niente), però non è certamente un pronunciamento ufficiale, né tantomeno una approvazione solenne.
3) Lo stesso valga per le lettere inedite del card. Ratzinger: innanzitutto non sono pubblicate, per cui se ne può dire di tutto e di più... tanto non c’è riscontro; poi si tratta di due lettere private, che hanno un valore relativo (quella scritta al card. Siri, invece, è la risposta privata del Prefetto a cui è stato chiesto non un parere personale, bensì se i pronunciamenti precedenti della Congregazione fossero ancora validi o no... e la risposta è chiarissima).
4) Se ci fossero pronunciamenti successivi, avrebbero o confermato o abrogato i precedenti. A prescindere dal fatto che la frase di Pio XII non costituisce una approvazione ufficiale (forse si può considerare un parere personale positivo, ma niente di più), i pronunciamenti ufficiali successivi non sono positivi.
5) Tutto questo non significa che ci siano eresie o errori dottrinali, oppure imprecisioni teologiche (non è per questo che mancò e manca l’imprimatur, come lei ben sa), né tantomeno significa che non si riconoscano i frutti, ma è un semplice stare alla parola autorevole della Chiesa in merito: faccia richiesta di chiarimenti e/o di pronunciamenti aggiornati all’oggi che tengano conto di tutto ciò che scrive a me.
Fino a quando però la Congregazione (o il Papa) non si pronuncia diversamente, per favore, non diciamo in giro che sono scritti approvati dalla Chiesa!

1) fino alla riforma della curia romana operata da papa Paolo VI la prefettura del Sant'Uffizio era riservata al papa.
2) papa Pio XII disse esplicitamente di pubblicare l'Opera di Maria Valtorta durante un'udienza privata chiesta dai padri serviti proprio per sapere come procedere con questi scritti. Mi pare risibile sminuire la precisa volontà del papa dicendo che non era un pronunciamento ufficiale. Dato poi a tre testimoni di cui uno è servo di Dio in quanto si è aperta la causa di beatificazione di padre Andrea Cecchin, presente all'udienza privata.
3) le lettere del card. Ratzinger inedite sono tali proprio perché attualmente non pubblicate, ma esistono e sono richieste e approvazioni del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e quindi sono nell'Archivio della detta congregazione in Vaticano. La lettera del card. Ratzinger invece non è affatto un documento ufficiale, come dice anche lei, era una corrispondenza privata. Perché è stata resa pubblica ? Si tratta di una violazione di una lettera privata esattamente come quelle operate durante i Vatileaks, solo che per questa lettera non c'indignamo ma anzi, ne favoriamo addirittura la diffusione quando sappiamo benissimo che il card. Ratzinger non poteva conoscere nulla di quei fatti in modo diretto perché all'epoca era a Bonn, ha quindi per forza di cose informato con dei dati redatti da altri, quelli del card. Ottaviani e card. Parente.
4) i pronunciamenti successivi ci sono e sono la lettera del card. Tettamanzi, segretario della CEI, che scrive all'editore che i volumi non possono essere considerati di origine soprannaturale, e chiede, in successive edizioni, di fare presente questa posizione. L'editore ha recepito la lettera della CEI che viene pubblicata nel volume I dell'Opera valtortiana, già nell'introduzione in modo che i lettori possono, prima ancora di leggere le pagine degli scritti valtortiani, essere informati della posizione attuale della Chiesa Cattolica.
5) il punto infatti è interessante, non ci sono eresie o insegnamenti contrari alla dottrina cattolica. Perché allora viene condannata quest'Opera ? Perché alcuni esponenti della Chiesa vogliono impedire la lettura ? Sapendo che i lettori possono trovare un aiuto alla loro fede in mezzo a tante letture non certo edificanti perché sconsigliare proprio questa Opera ?
Una bella domanda alla quale personalmente non sono giunto ad avere una risposta.


1) tecnicamente, non era Prefetto...
2) non voglio sminuire nulla: semplicemente di trattò di una affermazione a voce in una udienza privata... ha il valore che ha!
Non metto in dubbio la credibilità e la santità dei testimoni, ma non può essere considerata una approvazione ufficiale.
3) per le lettere del card. Ratzinger, aspettiamo la pubblicazione. Quella a Siri probabilmente è stata pubblicata dall’archivio della Diocesi di Genova o da quello personale del cardinale genovese... perché è stata pubblicata? Non saprei!
In ogni caso, conoscendo la precisione e l’onestà dell’attuale Papa emerito, non credo che, interrogato in maniera puntuale da Siri, avrebbe risposto replicando con semplicità e superficialità quanto prodotto negli anni passati, senza informarsi e senza esprimere, non tanto un suo parere personale (che magari era anche favorevole agli scritti della Valtorta... ma allora perché da Papa non ne ha dato l’imprimatur?), ma la posizione della Chiesa in merito.
4) certo, Tettamanzi si è espresso in merito successivamente. Ma, a parte che è andato oltre nella valutazione, si tratta certo di un intervento meno autorevole di quello del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che peraltro non contraddice, ma implicitamente conferma.
5) Le domande che pone sono lecite e, come lei, non ho risposte.
Mi permetta di farle notare che chi condannò l’opera non furono “alcuni esponenti della Chiesa”, bensì il Santo Uffizio, posizione poi confermata dall’allora Prefetto Ratzinger.
Perché se ne volesse impedire la lettura credo vada chiesto direttamente in Congregazione: solo lì sono in grado di dare risposte!

Sara Trampetti: Carlo Poloni Ofmcap, forse perché non serve la Valtorta per avere fede in Gesù come tutte le rivelazioni private...ma semplicità di cuore

su questo non ci piove: c’è il Vangelo e c’è il Magistero della Chiesa.
È pure vero che le rivelazioni private, se riconosciute e approvate, possono essere d’aiuto a credere di più al Vangelo e ad aderire maggiormente a ciò che la Chiesa, madre e maestra, ci consegna come verità di fede e come orientamento pratico per la vita cristiana.
Diciamo che ciò che è indispensabile non deve mancare, mentre il resto, se riconosciuto dall’autorità ecclesiastica competente, può servire, ma se ne può anche fare a meno, nella libertà dei figli di Dio.
La domanda sul perché ci fu una condanna (a oggi mai abrogata) e se ne sconsigli la lettura va fatta alla Congregazione competente... e, in attesa di risposte, ci si affida e ci si fida del giudizio della Chiesa, madre e maestra.

1) ribadisco quanto scritto prima, il papa era a capo del Sant'Uffizio.
2) Nessuno ha mai detto che si trattasse di un'approvazione ufficiale del papa all'Opera, ma del permesso esplicito di poter pubblicare gli scritti questo sì. Personalmente penso che l'opposizione del Sant'Uffizio all'Opera sia scaturita proprio da questo episodio, un'opposizione riconducibile a moti umani.
3) la Diocesi di Genova non c'entra nulla, la lettera privata del card. Ratzinger al card. Siri è stata resa pubblica da ambienti francescani statunitensi. In particolare da padre Philip Pavich che ha ritenuto di rendere pubblica una corrispondenza privata.
4) direi di no, il card. Tettamanzi si è espresso per esplicita richiesta giunta proprio del card. Ratzinger, la firma è del segretario della CEI ma la precisazione è stata voluta dal futuro papa Benedetto XVI.
Nessuno intende mettere in dubbio l'elevata preparazione teologica e dottrinale del papa emerito, ci mancherebbe, ma come detto non poteva fare altro che confermare quanto già era stato proclamato dai suoi predecessori. La lettera si è resa necessaria proprio per esprimere una posizione ufficiale perché la lettera al card. Siri non lo era; era appunto una corrispondenza privata. Infatti nella lettera di Tettamanzi si richiamano esattamente gli stessi punti e pronunciamenti del Sant'Uffizio.
5) Sì, la responsabilità della condanna è del Sant'Uffizio, che comunque era formato da alcuni esponenti della Chiesa, non si tratta di un'entità astratta o soprannaturale.
Io non voglio certamente mettere in accusa il Sant'Uffizio di allora ma alcuni giudizi, da un punto di vista storico, possiamo farli. Nei confronti di padre Pio, di Santa Faustina Kowalska, delle apparizioni della Vergine alle tre fontane, della mistica Luigina Sinapi e altri casi possiamo discernere che il Sant'Uffizio non ebbe la capacità di riconoscere delle autentiche manifestazioni del soprannaturale.
Nel caso di Maria Valtorta si è giunti addirittura a una condanna senza che neppure vi fosse un motivo valido, un motivo che fosse di pubblico dominio.
L'unica supposizione è che si fosse trattato di un provvedimento disciplinare nei confronti dei padri serviti che avevano curato la pubblicazione. Ma anche in questo caso come è possibile definire una disubbidienza quando loro stessi avevano avuto l'autorizzazione a pubblicare da parte del papa ?
Esiste anche un senso fidei per la vita della Chiesa dove i fedeli stessi sono, grazie al dono dello Spirito Santo conferito nel sacramento del Battesimo e della Confermazione, capaci di discernere le verità della fede e ascoltare la voce del Signore laddove si manifesta.
Leggendo le pagine dell'Opera di Maria Valtorta è facile porsi alcune domande e per la bellezza degli ammaestramenti e per i palpiti dell'anima che fremono durante la lettura si fa fatica a pensare che lo Spirito Santo non abbia agito nella redazione di questi scritti. Nel Vangelo il Signore ci ha detto chiaramente che le pecore riconoscono la voce del Pastore. Io non sono nessuno e intendo rimanere in comunione con la Chiesa Cattolica. Ma in coscienza la voce del Pastore mi arriva forte e limpida da quelle pagine e faccio tanta fatica a vedere dei fratelli nella fede che rimangono indifferenti.


1) ma non era Prefetto. Comunque è irrilevante.
2) chissà...
3) ok... ma non è detto che sia la copia archiviata in Congregazione: può essere benissimo l’originale ricevuto dal card. Siri o una copia di quest’ultimo. Se il padre in questione ha ritenuto di doverla pubblicare e per quale motivo va chiesto a lui.
4) ok... quindi Ratzinger, confermando la validità della messa all’indice è il resto, non ha semplicemente fatto copia-incolla, ma ha espresso, nel parere del Prefetto, un suo proprio pensiero?
5) ma il Santo Uffizio parlava e agiva a nome della Sede Apostolica!
Può anche essere che, come nei casi da lei citati, ci siano state valutazioni avventate... ma sono poi anche state superate: nel caso degli scritti della Valtorta la valutazione è stata confermata.
Come ben sa, l’imprimatur non è una concessione fatta a voce, ma serve un documento scritto: se è mancato e loro hanno pubblicato, l’errore l’hanno fatto loro! Se però su questo nessuno si è preso la briga di rivedere tale condanna, vuol dire che non era solo questione di imprimatur.
Lei può leggere quel che le pare e anche trarne enormi benefici spirituali... però abbia chiaro che la Chiesa ha dato altre indicaIoni! Oddio, non è che un figlio disobbediente smetta di essere figlio... però ha chiara coscienza di aver disobbedito!

No, su quest'ultimo punto mi permetta di replicare con fermezza.
Non sono un figlio della Chiesa disubbidiente per il solo fatto di leggere gli scritti di Maria Valtorta.
L'indice è stato abolito e non ha più forza di legge ecclesiastica.
Conserva un valore morale ma per quelle letture che furono messe all'Indice per chiare ed evidenti argomentazioni contro la Chiesa e i suoi insegnamenti. Non certamente per l'Opera valtortiana che non continene nulla di contrario.
La lettera di Tettamanzi indica che si possono leggere a condizione di non credere che siano di origine soprannaturale.
Infatti io non intendo dichiarare tale origine, mi limito a leggere e a trarre quei benefici spirituali che sento belli e veri.


Ratzinger a Siri dice, a proposito degli scritti della Valtorta, che conserva un valore morale...
Comunque faccia come crede!
Dio la benedica!!!

Il card. Ratzinger riporta fedelmente le parole del card. Ottaviani nella Notificazione riguardante l’abolizione dell’Indice dei libri:

«Per rispondere alle suindicate domande, questa congregazione per la dottrina della fede, dopo aver interrogato il beatissimo Padre, comunica che l'Indice rimane moralmente impegnativo, in quanto ammonisce la coscienza dei cristiani a guardarsi, per una esigenza che scaturisce dallo stesso diritto naturale, da quegli scritti che possono mettere in pericolo la fede e i costumi; ma in pari tempo avverte che esso non ha più forza di legge ecclesiastica con le annesse censure».

Il valore moralmente impegnativo dell'Indice è per gli scritti che possono mettere in pericolo la Fede e i costumi cristiani, inoltre il prefetto parla di "danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti".
Comunque è giusto che ciascuno si possa prendere le proprie responsabilità in merito. Io considero gli scritti di Maria Valtorta come una possibile rivelazione privata e ho approfondito sia gli scritti stessi sia la vasta documentazione inerente gli studi che sono stati condotti.
Sono certo che presto arriverà anche per Maria Valtorta la riabilitazione auspicata.

www.vatican.va/roman_curia/congrega...ptRjnO02f5-A3f4

Il card. Ratzinger scriveva poi: “Avendo poi alcuni ritenuta lecita la stampa e la diffusione dell’Opera in oggetto, dopo l’avvenuta abrogazione dell’Indice, sempre su l’Osservatore Romano (15 Giugno 1966) si fece presente quanto pubblicato su A.A.S. (1966) che, benché abolito, l’Index conservava tutto il suo valore morale, per cui non si ritiene opportuna la diffusione e raccomandazione di un’Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli piú sprovveduti”.
“non si ritiene opportuna la diffusione e raccomandazione di un’Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni” è riferito in generale al valore morale dell’Indice; la motivazione è la tutela dei fedeli più sprovveduti. Detto in altre parole: per non recare danno ai più sprovveduti, non si pubblichi e non si diffonda...
Non, come la legge lei: pubblicate tranquillamente e diffondete tra i non sprovveduti (oppure: se non sei sprovveduto, leggi pure e ritieni autentica questa presunta rivelazione privata!) ... però, come già scritto in precedenza, faccia come crede! È grande abbastanza per capire, se vuole!!

Sì grazie.
Il Signore benedica anche lei.


Edited by terranovas - 6/11/2019, 12:19
 
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view post Posted on 6/11/2019, 16:39
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sacerdote Roy Benas
4 novembre 2019:

"Vita di Gesù malamente romanzata"

Ricordo i miei correligionari cattolici che le Opere di Maria Valtorta non sono mai state approvate dalla Chiesa Cattolica, anzi, sono ancora all'Indice e tra i libri proibiti.
L'ultima presa di posizione ufficiale della Chiesa Cattolica è dell'allora Prefetto per la Dottrina della Fede: Joseph Ratzinger.

[...] per cui non si ritiene opportuna la diffusione e raccomandazione di un'Opera la cui condanna non fu presa alla leggiera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti.

Questa lettera verrà poi ripresa dal Card. Tettamanzi, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana nel 1992 nella quale si dice che:

si dica con chiarezza fin dalle prime pagine che le "visioni" e i "dettati" in essi riferiti non possono essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente come forme letterarie di cui si è servita l'autrice per narrare, a suo modo, la vita di Gesù.

Martina Primavera: Ottimo post per incuriosire alla lettura anche chi non si fosse mai accostato alla opera della Valtorta.
"L'Evangelo come mi è stato rivelato" è on line, disponibile alla lettura su questo sito: www.scrittivaltorta.altervista.org/per_volume.htm


Roy Benas: Certo, è quello che cerchi di fare, incuriosire ed propagare...tu si che hai capito tutto! Infatti proprio queste due parole sono le più problematiche: EVANGELO e RIVELAZIONE.

Cinthya Di Tomasso: Era più onesto quando lo chiamavano. Il poema dell' Uomo-Dio. Infatti lo è.

Gabriele Cajano: Mi scusi Reverendo Padre Roy Benas ma perché il titolo dell'Opera valtortiana costituirebbe un problema ?
Il titolo attuale risponde proprio all'esigenza che l'autorità ecclesiale intese dare all'editore che non era certo preposto a dare un parere circa la soprannaturalità dell'Opera che stampava.
La lettera del card. Tettamanzi poi è stata recepita dall'editore che la riporta integralmente, in ogni primo volume dell'Opera di Maria Valtorta che stampa, già nell'introduzione e quindi prima ancora che il lettore possa leggere i contenuti di questi scritti.
Ma tornando al titolo è bene precisare due cose:
- La prima è che negli scritti stessi di Maria Valtorta è detto chiaramente che non si tratta di un "5° Vangelo" ma, piuttosto, di un'illustrazione dei Vangeli, di un commento autorevole ad essi (se desidera approfondire posso fornirle i riferimenti a questo passaggio presente negli scritti valtortiani).
- La seconda è che la frase presente nel titolo è la stessa mistica Maria Valtorta che la dice e la pronuncia, assumendosene la responsabilità: "il Vangelo del Signore così come io stessa l'ho visto e sentito".
Si tratta dunque di una dichiarazione che manifesta una possibile rivelazione privata o rivelazione speciale.
E noi sappiamo che la Chiesa Cattolica è 'aperta' alle rivelazioni private o rivelazioni speciali, verso le quali ha previsto spazi e limiti di azione disciplinando nel Catechismo e in vari documenti del suo Magistero come occorre rapportarsi ad esse.
Non è quindi Maria Valtorta a dover rendere conto di ciò che è ha visto e sentito durante la sua esperienza mistica, lei ha scritto tutto quanto con precisione e dedizione, tantomeno l'editore che ha scelto un titolo appropriato all'attuale situazione lasciando così che sia l'autorità ecclesiale a decidere circa la possibile soprannaturalità e autenticità di questi scritti.
Mi permetto poi di farle notare che i pronuciamenti sull'Opera valtortiana sono stati molteplici e vari. Si tratta, infatti, di scritti che hanno da sempre operato una netta contrapposizione tra chi li ritiene validi e chi no. Però non mi pare corretto riportare solamente una parte di tali giudizi oscurandone altri che sono stati altrettanto autorevoli e positivi. Il primo giudizio in assoluto su quest'Opera fu dato, infatti, da papa Pio XII che disse di pubblicare questi scritti. Lo disse proprio a tre padri serviti che furono ricevuti in udienza privata dal pontefice. E uno di essi, padre Andrea Cecchin è servo di Dio e la sua causa di beatificazione è in corso presso la Diocesi di Vicenza.
Abbiamo poi un santo della Chiesa Cattolica e missionario del Signore in terre d'Oriente che si è letteralmente innamorato di tali scritti dichiarando pubblicamente che in essi c'è il Dito di Dio.
Mi riferisco all'esegeta e biblista padre Gabriele Allegra che fu proclamato beato proprio da papa Benedetto XVI nel 2012.
Del Beato padre Allegra esiste una vasta documentazione di come egli abbia trovato negli scritti di Maria Valtorta una vera e autentica testimonianza di fede per tutti i cattolici. E potrei continuare elencando altri santi e illustri uomini di Chiesa che hanno testimoniato la bontà di questi scritti. Ma a sottolineare i frutti belli e positivi derivanti dalla lettura di quest'Opera di Maria Valtorta sono i milioni di lettori in tutto il mondo che possono testimoniare come la loro fede si è accresciuta, così come la loro appartenenza alla Chiesa Cattolica. Perché questo è un'altro aspetto sottaciuto ma che deve finalmente trovare spazio e conferma. Anche lei, purtroppo, nel suo incipit al suo post, lascia passare l'idea che leggere l'Opera di Maria Valtorta non sia utile e vantaggioso per dei cattolici, anzi, che possa essere dannoso. Niente di più falso. Maria Valtorta è stata terziaria francescana e terziaria dell'Ordine dei Servi di Maria e tutta l'Opera riconduce al Cattolicesimo la sua tomba è collocata nella Cappella del Capitolo dell'Ordine servita nella prestigiosa Basilica della Santissima Annunziata di Firenze. L'Opera valtortiana non riposta solo a Cristo ma a Cristo presente nel Cattolicesimo. E non può essere certamente un articolo anonimo pubblicato sull'Osservatore Romano a poter definire "malamente romanzato" una Vita di Gesù che oggi scopriamo invece essere praticamente perfetta ed esatta sotto il profilo storico, archeologico, astronomico, geografico e via dicendo.
L'auspicio dell'anonimo articolista dell'Osservatore Romano è stato completamente smentito dagli studi scientifici che sono stati condotti da esperti nei vari settori e che hanno dimostrato come i dati contenuti in questi scritti siano precisi e autentici, coerenti con quanto oggi conosciamo della Palestina di 2000 anni fa!!!
Questo deve essere detto per amore di verità e non è più possibile parlare oggi di "romanzo" senza rischiare di essere considerati persone che sono in malafede o persone che non hanno voluto aggiornarsi e sono rimasti fermi a un giudizio vecchio di sessant'anni fa. Se vogliamo rimanere fermi a quel giudizio vecchio di sessant'anni fa, allora dobbiamo togliere dalla Liturgia la festa della Divina Misericordia perché il Diario di Santa Faustina Kowalska fu posto all'Indice dei Libri Proibiti dal medesimo Sant'Uffizio.
E dobbiamo anche rimuovere dal Martirologio Romano il nome di padre Pio da Pietrelcina che dallo stesso Sant'Uffizio fu perseguitato come impostore. E potremmo continuare elencando altri mistici e santi che, oggi possiamo dirlo, non furono riconosciuti come autentici depositari di messaggi provenienti dallo Spirito di Dio, proprio da parte delle persone preposte a farlo.
Ma oggi la Chiesa Cattolica ha saputo far luce e dare a tutti quei santi e sante di Dio il giusto riconoscimento. La stessa cosa aspettiamo con fede e speranza avvenga per Maria Valtorta.


Roy Benas: La Chiesa ha pronunciato il suo parere nella persona del Card Ratzinger e non di un anonimo articolista dell'Osservatore Romano.
Il Card Tettamanzi ha ben circoscritto il valore dell'Opera della Valtorta.
Pio XII non ha mai detto le parole che gli vengono attribuite.
A parte padre Allegra non si trova analisi, ricerca, critica seria da parte di accademici e teologi sulle opere della Valtorta. Il fatto che alcuni autori e personaggi nel passato siano stati ripresi in seguito con maggiore attenzione da parte della Chiesa non vuol dire che moltissimi altri siano stati dimenticati e che tra questi moltissimi dimenticati non debba essere anche l'opera valtortiana.

Gabriele Cajano: Reverendo Padre Roy Benas, la lettera dell'allora card. Ratzinger da lei citata era una lettera privata tra due ecclesiastici, era infatti indirizzata al card. Giuseppe Siri (che era favorevole agli scritti di Maria Valtorta).
Si è trattato di una violazione della corrispondenza privata, non a caso il testo venne pubblicato da ambienti ostili a Medjugorje riconducibili al nord america. Esattamente come poi si è nuovamente verificato nel caso Vatileaks che ha visto nuovamente colpito il papa Benedetto XVI. Faccio fatica a comprendere il motivo per il quale in un caso ci si debba giustamente indignare mentre in un'altro si possa attingere senza remore.
La sua citazione a "Vita di Gesù malamente romanzata" è riconducibile all'articolo dell'Osservatore Romano del 6 gennaio 1960 e non al card. Ratzinger. Tale articolo fu redatto in modo anonimo e non conosciamo chi lo ha scritto. Si pensa che possa essere stato il card. Pietro Parente, nemico storico di Maria Valtorta.
La lettera del card. Tettamanzi, come detto, viene stampata in ogni primo volume dell'Opera valtortiana, in obbedienza a quanto è stato disposto dalla CEI all'epoca. Non vedo quindi il motivo per il quale si debba attaccare un'Opera valida che fu messa all'Indice per motivi disciplinari di cui Maria Valtorta era totalmente innocente.
L'Indice dei Libri Proibiti è stato successivamente abolito e non ha più la forza di legge ecclesiastica con le annesse censure.
Di quanto ha detto papa Pio XII lei non può dire assolutamente nulla in quanto non era presente, si prende dunque davanti a Dio la responsabilità personale di affermare che tali parole non siano state dette. Io le posso dire, al contrario, che tale imprimatur verbale fu effettivamente dato dal papa. Esiste una corrispondenza privata tra mons. Alfonso Carinci, segretario della Congregazione dei Riti, e Maria Valtorta che conferma tale pronunciamento. Esiste anche un documento redatto da padre Corrado Berti che conferma come proporia testimonianza quelle parole ed è disponibile in rete.
Esiste anche, per un caso analogo di messa all'Indice dei Libri Proibiti del Sant'Uffizio, una durissima presa di posizione di papa Pio XII che fece redigere una «nota di accomodamento», pubblicata nell’Osservatore Romano del 5 agosto 1952, e dispose altresì l’immediato trasferimento di colui che aveva redatto il decreto del Sant’Uffizio, cioè Mons. Giovanni Pepe. Caso unico nella storia della Chiesa dove un pontefice ha pubblicamente sconfessato un decreto del Sant'Uffizio, e si parla dello stesso Sant'Uffizio che poi, dopo la morte di Papa Pio XII, pose all'indice dei libri proibiti, senza motivazione, l'Opera valtortiana.
Oltre al Beato padre Allegra esistono molti altri studi a carattere teologico che riguardano Maria Valtorta e la sua Opera.
Mi permetto di citare il volume del famoso mariologo padre Gabriele M. Roschini O.S.M: "La Madonna negli scritti di Maria Valtorta". Ma anche il profilo di Maria Valtorta redatto da padre Giuseppe M. Galassi O.S.M sulle caratteristiche di 'passività' e 'semplicità' di questa mistica e presente sul sito ufficiale dell'Ordine dei Servi di Maria. Aggiungo il libro del grande mariologo padre René Laurentin che ha incluso questa mistica tra quelle presenti nel volume "Le rivelazioni dei mistici sulla vita della Madonna" (Mondadori) dandole un ampio spazio, il più grande tra le altre e che ha poi collaborato alla realizzazione dello studio del "Dictionnaire des personnages de l'évangile selon Maria Valtorta".
E poi ci sono gli studi a carattere scientifico del dott. Liberato De Caro, diacono permanente della Diocesi di Bari e ricercatore del CNR che ha pubblicato ben 4 libri su Maria Valtorta dal titolo "I Cieli Raccontano". Mi sento anche in dovere di citare il nuovo lavoro del prof. Fernando La Greca, docente e ricercatore dell'Università di Salerno che ha appena pubblicato il libro "Gesù e il mondo greco-romano nell'Opera di Maria Valtorta". E potrei continuare con gli studi a carattere scientifico, pubblicati da riviste accademiche che hanno valutato il valore degli studi stessi del prof. ing. Emilio Matricciani docente del Politecnico di Milano sulle corrispondenze metereologiche e sull'armonia dei testi valtortiani.
Pregevole è anche la tesi del diacono spagnolo Ruben Esteban su "L'Immolazione nelle opere di Maria Valtorta".
Ma fermiamoci qua... era giusto per dare un'idea della vastità degli studi che sono stati condotti sull'Opera di Maria Valtorta.
Circa altri pareri, tutti autorevolissimi, se lo desidera, posso farle una lunga lista.


Roy Benas: Vedo che lei è un'entusiasta. Sinceramente non mi è mai interessata la Valtorta... ed è almeno dagli anni Ottanta che ne sento parlare. Ho anche vissuto per un periodo con Padre Ubaldo Coppi che fu parroco di Sant'Antonio di Viareggio dal 1947 e per vent'anni a poche decine di metri dalla Valtorta. Gli chiesi un parere in merito, lui che vide nascere la questione nella parrocchia accanto. Lo ricordo estremamente scettico e critico soprattutto sulla persona di Maria Valtorta oltre che sulla sua opera. Mi spiace di non ricordare tutti i dettagli sconosciuti oramai che mi raccontò oramai più di dieci anni fa. Mi spiace, perché oramai su questa questione c'è solo agiografia osannante e non una vera e propria critica e ricerca.

Gabriele Cajano: Certo che sono entusiasto dell'Opera Valtortiana, probabilmente reverendo padre lei fatica a comprendere il mio entusiasmo perché non l'ha ancora letta e gustata.
Poter osservare il Santo Vangelo con gli occhi, le orecchie, tutti i sensi di questa mistica, che ci riporta e descrive quasi tutti i giorni della vita terrena di N.S.G.C. è ben oltre l'entusiasmo... ci cambia letteralmente la nostra prospettiva di fede e ci rende vicino il Santo Vangelo esplicitandolo.
Maria Valtorta era parrocchiana della Chiesa di San Paolino di Viareggio e sappiamo bene come venne invisa dalla chiesa viareggina. Il motivo è riconducibile sopratutto al vescovo di Lucca di allora che si rifiutò perfino di farle una visita e quindi anche il resto dei prelati si adeguò a tale impostazione.
In realtà il principale responsabile di tale situazione non fu affatto Maria Valtorta ma il suo direttore spirituale padre Romualdo Migliorini che era il priore del convento servita di Sant'Andrea il quale, in modo del tutto intempestivo, iniziò a diffondere per Viareggio gli scritti di questa mistica che invece dovevano rimanere ancora segreti perché non era giunto il momento di diffonderli. Ciò provocò ostilità alla persona di Maria Valtorta e si giunse perfino, in modo deprecabile, a negarli la Santa Eucarestia. Ricordiamo infatti che Maria Valtorta era inferma, era bloccata ad un letto e rimase tale per ben ventisette anni. Si era offerta come anima vittima alla Giustizia di Dio per il perdono dei peccatori. Si tratta di un'offerta di grande valore spirituale e infatti il Signore la prese sul serio e oltre all'immobilità vi aggiunse tutta una serie di gravi malattie che rendevano la sua esistenza molto sofferta. Siamo davanti a una persona che esercitò le virtù cristiane con eroicità e con fedele obbedienza.
Se lei non conosce gli scritti di Maria Valtorta, ma anche tutte le sue lettere, le testimonianze non può arrivare a comprendere la grandezza di questa persona che sono certo la Chiesa Cattolica arriverà a comprendere e a riconoscere.
Occorre infatti, a prescindere dalla soprannaturalità dell'Opera, studiare anche la persona di Maria Valtorta e verificare come in lei si sono manifestati comportamenti di vita cristiana autentica.
Un po' come è accaduto a Santa Caterina Emmerich che come mistica è stata riconosciuta autentica dalla Chiesa, i suoi scritti invece, manipolati da Clemens Brentano, contrariamente a quanto si crede, non sono stati riconosciuti dalla Chiesa come soprannaturali. Possiamo auspicare che nei confronti di Maria Valtorta si possa pensare un percorso analogo ?


Marco Lucchesi: Senza offendere nessuno è evidente che la critica all' Opera Valtortiana non viene da una personale lettura e critica ma da un pregiudizio di fondo. Tutti coloro che hanno creduto di trovare in questa Opera errori alla teologia Cattolica ,accostandosi con umiltà, hanno dovuto ricredersi




Gabriella Cingolani: Una volta ho scaricato il PDF ...ma dopo un po' mmm non so sinceramente forse la signora aveva buone intenzioni però boh , in ogni caso ho scoperto cose più profonde (secondo me) tipo i racconti di un pellegrino russo , il diario di Gabrielle Bossis , santa Faustina, e devo dire la verità a me è piaciuta tantissimo l' intervista a Maria Simma, il diario di santa Teresina del Bambin Gesù .. la Picarreta non so se è beata, e soprattutto amo tantissimo i libretti di Don Giuseppe Tommaselli .. insomma ..un mondo tanti volti tanto infinito

Cinthya Di Tomasso: www.cafarus.ch/piccareta.jpg

Gabriella Cingolani: Ma comunque su una cosa ha ragione Roy Benas bisogna leggere i vangeli , ad ogni modo non credo sia difficile trovare vite e scritto dei santi riconosciuti dalla chiesa senza ombra di dubbio .

Gabriele Cajano: Vorrei precisare che il sito Cafarus, che è stato citato è del tutto inattendibile, in quanto presenta come false anche delle esperienze mistiche che sono state riconosciute come autentiche dalla Chiesa Cattolica!
Aggiungo che il sito in questione è privo di qualsiasi riferimento circa la persona e le fonti che hanno redatto gli articoli e condotto le ricerche. Detto in altre parole non possiamo dire assolutamente nulla di chi sia l'autore di tale sito e della sua attendibilità.
Quello che possiamo dire è che è una persona che si scaglia praticamente contro tutti i mistici, anche cattolici, in modo pregiudiziale. E ciò non è affatto degno di una persona che si possa definire cattolica e che contempla la possibilità dell'azione dello Spirito Santo nel mondo e nel tempo.

Desidero anche precisare che Luisa Piccarreta è stata riconosciuta Serva di Dio in quanto il processo Diocesano si è concluso positivamente e la causa di beatificazione è in corso.
Anche in questo caso il sito Cafarus è denque del tutto inaffidabile a poter fornire un parere autorevole e corretto sui temi che intende proporre.

Alla sig.ra Gabriella Cingolani vorrei dire che l'Opera di Maria Valtorta, pur presentandosi a noi con tutte le caratteristiche di un'autentica rivelazione privata non intende minimamente sostituirsi ai Vangeli canonici che restano il riferimento unico e completo della Rivelazione Pubblica compiuta da Nostro Signore Gesù Cristo.
L'Opera valtortiana è da intendere come un possibile aiuto per la nostra fede, ma se si vede che per la nostra personale spiritualità non sono di aiuto allora non è che bisogna per forza leggerla e farcela piacere. Le letture che ha elencato sono tutte valide letture di sante e mistiche autentiche del messaggio evangelico. Anzi, le confido che il Diario di Santa Teresina del Bambin Gesù è stata una delle letture preferite di Maria Valtorta che si è sempre ritenuta una figlia spirituale di Santa Teresina e avrebbe desiderato poter far parte dell'ordine carmelitano.


Roy Benas: se è una rivelazione... allora è una rivelazione, e il fatto che sia privata non vuol dire più nulla dato che viene pubblicata e diffusa in decine di lingue in tutto il modo.
Ma allora c'è da chiedersi se io come prete che ho studiato la Sacra Scrittura secondo il Magistero e seguendo i metodi di ermeneutica biblica posso criticare la Valtorta perché alla fine io ho solo studi accademici e non rivelazioni private che posso usare come attendibilità e autorevolezza.

Gabriele Cajano: Reverendo padre Roy Benas, nessuno ha inteso mettere da parte i suoi studi accademici e l'esercizio stesso di tali necessari studi per la sua formazione sacerdotale.
Ma lei sa bene, come più volte è accaduto nella storia della Chiesa, che ad anime particolarmente care al Signore sono state donate delle rivelazioni speciali finalizzate al bene dei fedeli e della Chiesa. Tra esse vi sono quelle del Sacro Cuore di Gesù concesse a Santa Margherita Maria Alacoque che aveva solo 14 anni quando vide nella sua esperienza mistica la Madonna e che a soli 5 anni aveva già manifestato il suo desiderio di fare voto di castità. Anime altrettanto povere di cultura furono quelle beatificate delle apparizioni di Lourdes e di Fatima che non avevano nessuna preparazione teologica.
Lo stesso possimo dire della mistica Maria Valtorta che era teologicamente impreparata e digiuna di studi specialistici di settore. Eppure manifesta nei suoi scritti, anche in modo indiretto e a lei non riconducibile, tutta una serie di dati e informazioni che non era in grado di poter sapere e di esprimere. Basta leggere la sua Opera per rendersene conto e toccare con mano questo miracolo presente nei suoi scritti.
Vorrei poi precisare che il termine "privato" associato alle rivelazioni non intende minimamente indicare che tale rivelazioni debbano essere intese in forma personale. Infatti il termine più indicato sono rivelazioni speciali perché si evita di far incorrere le persone a intendere che tali doni siano da relegarsi a un ambito privato della fede. Al contrario sono donate per il bene di tutta la Chiesa. Nella sua introduzione al terzo segreto di Fatima il futuro papa Benedetto XVI ebbe modo di scrivere: «Un tale messaggio può essere un valido aiuto per comprendere e vivere meglio il Vangelo nell'ora attuale; perciò non lo si deve trascurare. È un aiuto, che è offerto, ma del quale non è obbligatorio fare uso».
Quindi lei Reverendo padre è libero di avvalersi o di non avvalersi di questi scritti valtortiani, e di altri sempre riconducibili a esperienze di tipo mistico. Però il combattere pubblicamente queste possibili rivelazioni private o rivelazioni speciali la espone al pericolo di opporsi a una manifestazione soprannaturale proveniente da Dio stesso.


Roy Benas ECCOLO! Grazie per la conferma!

Saulo Di Tarso: Gabriele Cajano, Roy sta dicendo solo che l'autorità derivante da Parola di Dio e Magistero è certamente superiore a queste rivelazioni private, ammesso che siano vere.Se io so la Verità tramite queste fonti perché dovrei ascoltare ciò che scrive la signora Valtorta? Cosa cerco esattamente leggendola? Credo nella Verità rivelata alla Chiesa o in fondo cerco altro? Credo o no che queste rivelazioni private non possono contraddire né aggiungere nulla alla Parola di Dio come è scritto nella stessa Parola di Dio? O vogliamo mettere in dubbio anche questo?

Roy Benas: Gv 20, 30 Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. 31 Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Non vene scritto nulla per soddisfare le nostre curiosità.

Saulo Di Tarso: Galati 1, 6-9: Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!

Gabriele Cajano: Ancora Giovanni, proprio nell'ultimo versetto del suo Vangelo:
«Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere».

Quanto all'accusa di curiosità credo che sia del tutto scorretta, quando si ama una persona è del tutto naturale voler approfondire la sua conoscenza e rapportarsi con essa per quanto è possibile, Maria Valtorta ci offre un commento autorevole ai Santi Vangeli e non c'è nessun motivo valido per non approfondire quello che scrive.
Ma ancora più scorretta appare l'accusa di voler predicare un altro Vangelo. Probabilmente non c'è consapevolezza che il testo valtortiano non insegna nulla di nuovo che non sia già conosciuto e non faccia già parte del Magistero della Chiesa: condannare il Gesù valtortiano significa condannare il Cristo dei Vangeli perché si tratta della stessa identica persona. Probabilmente, non avendo letto l'Opera di Maria Valtorta, questo aspetto non vi salta immediatamente agli occhi visto che state trattando un argomento che non conoscete.

Aggiungo, visto che è stato scomodato anche San Paolo, uno dei passaggi più potenti dell'apostolo delle genti che ammonisce nella sua prima lettera ai Tessalonicesi:
«Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono» (1 Ts. 5, 19-21).

Volevo anche citare un documento del Magistero della Chiesa riconducibile al Concilio Vaticano II ma in questo momento non ho modo di potrerlo trovare. Appena ho il tempo ve lo porgo.


Cecilia Fallaci: Roy Benas, cioè? Che conferma?

Gabriele Cajano: Oltre alla bellissima notizia, giunta proprio oggi, inerente la raccolta delle testimonianze sulla vita di Maria Valtorta affidata al Vicariato di Roma e, in specie, le prove sull’esercizio eroico da Lei praticato delle Virtù cristiane, desideravo ritornare al documento del Concilio Vaticano II, al quale avevo fatto riferimento ieri.
Si tratta della costituzione dogmatica sulla Chiesa "Lumen Gentium" dove troviamo un passaggio a mio avviso particolarmente illuminante e che ci aiuta a collocare nella giusta luce le esperienze mistiche come quella di Maria Valtorta.
Il passaggio è questo:
«Inoltre lo Spirito Santo non si limita a santificare e a guidare il popolo di Dio per mezzo dei sacramenti e dei ministeri, e ad adornarlo di virtù, ma « distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui » (1 Cor 12,11), dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi vari incarichi e uffici utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa secondo quelle parole:
« A ciascuno la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio » (1 Cor 12,7).
E questi carismi, dai più straordinari a quelli più semplici e più largamente diffusi, siccome sono soprattutto adatti alle necessità della Chiesa e destinati a rispondervi, vanno accolti con gratitudine e consolazione. Non bisogna però chiedere imprudentemente i doni straordinari, né sperare da essi con presunzione i frutti del lavoro apostolico.
Il giudizio sulla loro genuinità e sul loro uso ordinato appartiene a coloro che detengono l'autorità nella Chiesa; ad essi spetta soprattutto di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (cfr. 1 Ts 5,12 e 19-21).





Martina Primavera: Nello stesso periodo furono condannate anche le rivelazioni di suor Faustina, che dovette aspettare san Giovanni Paolo II per essere riconosciuta come veggente autentica e canonizzata.
Bisogna comunque tenere conto che il Sant’Uffizio allora doveva esaminare quasi trecento casi di veggenti.
Per quanto riguarda l'opera della Valtorta, penso sia bene, per il momento, in attesa di tempi migliori e migliore comprensione della sua figura e della sua opera, attenersi a ciò che disse Pio XII: «Pubblicatelo così, chi legge capirà»


Roy Benas: Martina Primavera, Pio XII non ha mai detto quelle parole.
Anche se ci fossero settecento casi di veggenti la Chiesa lì valuta uno per uno e si prende il tempo per dare il suo giudizio. Sulla Valtorta è negativo.

Cinthya Di Tomasso: Hanno raggirato le parole di Pio XII.
E comunque sarebbe più logico tenersi anche alle parole del Papa Emerito.


Gabriele Cajano: Papa Pio XII ha ricevuto in udienza privata i padri serviti Andrea Cecchin, Romualdo Miglioirini e Corrado Berti.
Di questa udienza privata esiste perfino il comunicato ufficiale dell'Osservatore Romano del 27 Febbraio 1948 che riporto nel link sottostante.
Nel corso di questa udienza speciale, il Papa comunica il suo giudizio favorevole sull'Opera di Maria Valtorta che aveva avuto modo di leggere come testimoniato da mons. Francesco Norese, archivista della Segreteria di Stato Vaticana.
Il papa Pio XII consiglia di pubblicare l'opera senza nulla togliere, neanche le dichiarazioni esplicite che parlano di “visioni” e “dettati”; ma allo stesso tempo non approva il testo della prefazione che parlava di un fenomeno sovrannaturale. Secondo il consiglio del Papa, qualsiasi interpretazione doveva essere lasciata al lettore:
Pubblicate l'opera così come è. Non c'è motivo di dare un'opinione sulla sua origine, che sia straordinaria o no. Coloro che leggeranno comprenderanno”.
Preciso che padre Andrea Cecchin è stato il rettore del Marianum di Roma e responsabile diretto di padre Berti che era professore di teologia dogmatica nello stesso istituto. Per la sua specchiata testimonianza di vita cristiana padre Cecchin è stato proclamato Servo di Dio e la causa di Beatificazione è in corso presso la Diocesi di Vicenza. Padre Berti ha rilasciato una testimonianza scrittadell'udienza con papa Pio XII fin dall' 8 dicembre 1978, quando lo stesso superiore avrebbe potuto tranquillamente smentirlo.
A questo aggiungo che le lettere tra la mistica Maria Valtorta e mons. Alfonso Carinci, segretario della S. Congregazione dei Riti, preposta alle Cause dei Santi, e che coinvolgono anche il futuro a card. Agostino Bea, confessore di Papa Pio XII, rettore e professore del Pontificio Istituto Biblico di Roma, parlano esplicitamente di questa udienza privata con il papa Pio XII e delle parole che furono riferite alla stessa Maria Valtorta.
Dire che il papa non ha mai detto quelle parole è contrario alle prove documentali che esistono.

https://c2.staticflickr.com/2/1691/2618594...OwkEwpAomjqTDOs

Roy Benas: scusa, ma dove sarebbe stato scritto che Pio XII avrebbe detto quello che riferisci? parli di prove documentali... e i documenti dove sarebbero?

Gabriele Cajano: Reverendo padre Roy Benas, ho postato l'articolo dell'Osservatore Romano che indica come l'udienza tra i padri serviti e papa Pio XII c'è stata ed è documentata.
Circa il documento redatto da padre Berti sui contenuti dell'udienza può leggerli nel Compendio che ha redatto e che le porgo a questo link.
Tutte le lettere che parlano di questa udienza può trovarle nella corrispondenza tra Maria Valtorta e mons. Alfonso Carinci pubblicate in questo libro:
Maria Valtorta, "Lettere a mons. Carinci", Centro Editoriale Valtortiano, 2006, Isola del Liri (Fr).

www.bardstown.com/~brchrys/Testimon...Tz6W8HL5BErqxUQ




Roy Benas: È un romanzo su Gesù. Fine.
La pretesa di essere una rivelazione, o addirittura una testimonianza oculare diretta è molto problematica ed è per questo che la Chiesa, giustamente, l'ha messa all'Indice.

Gabriele Cajano: I motivi della messa all'Indice dei Libri proibiti dell'Opera di Maria Valtorta non sono certamente quelli da lei indicati.
Si è trattato di ben altro, non capisco perché si vuole dire cose che non corrispondono alla realtà storica dei fatti.
Come ho spiegato precedentemente è Maria Valtorta a dire che non si tratta di un romanzo ma di una sua esperienza mistica.
Possiamo crederle o non crederle ma dire che non è un romanzo e finisce lì è un'insulto alla propria ragione.
Basta leggere l'Opera per capire quello che anche un bambino è in grado di comprendere, si parla di un racconto preciso e verificabile della vita del Signore Gesù, non è un romanzo. Maria Valtorta non poteva umanamente scrivere quello che ha scritto da sola. Ma nemmeno con un pool di esperti biblisti ed esegeti.
Siamo nel mezzo della seconda guerra mondiale, tra cannonate e bombardamenti, lungo la linea Gotica che passava da Viareggio. La stessa Maria Valtorta, mentre scriveva quest'Opera, fu costretta a sfollare, tra privazioni, carestia, povertà, vita messa in pericolo, e lei scriveva pagine e pagine di un'Opera che sarebbe diventata una vita di Gesù precisa e corretta. Nessuno di noi può dire e certificare che si tratta di una rivelazione privata, solo l'autorità della Chiesa Cattolica può affermare questo. Ma per favore non prendiamoci in giro. Questo non è un romanzo visto che le prove scientifiche della correttezza dei dati ci sono e sono molteplici. Nel 1960 quando fu detto che si trattava di un romanzo non erano state fatte queste verifiche, oggi sono disponibili a tutti. Basta aggiornarsi.





Roy Benas Meno visioni, veggenti, meno pseudo rivelazioni apparizioni locuzioni, profezie, meno richieste di madonne varie a costruire chiese dedicate a lei... e più studio della Parola di Dio, più adoratori di Dio in Spirito e verità, più teologia dei Sacramenti, più Liturgia e meno devozioni, più maturità e meno infantilismi.




Giorgio Drudi: Ecco ciò che ha scritto Rahner: Karl Rahner e le rivelazioni private in quanto ‘necessarie’
“Chi nega la possibilità assoluta di rivelazioni particolari, va contro la fede e chi contesta che esse possano avvenire anche dopo il tempo degli Apostoli, si oppone ad una dottrina teologicamente sicura […] Ciascuno che voglia essere cristiano, deve chiedersi se egli non viva in un atteggiamento di pregiudiziale chiusura di una tale rivelazione di Dio. Ancora, il credente deve verificare se la sua apparente opposizione ai fenomeni visionari, che la Scrittura stessa attesta e crede, nasce dal fatto di esserci abituati e non piuttosto da una protesta razionalistica nei loro confronti […].
Chiamiamo visioni mistiche quelle che, per finalità e contenuto, si riferiscono esclusivamente alla vita religiosa ed al perfezionamento personale del veggente. Visioni profetiche sono quelle che, oltre a ciò, sollecitano ed incaricano il veggente di rivolgersi al proprio mondo circostante e ultimamente alla Chiesa, per rendere noto un messaggio, ammonire, sollecitare o predire il futuro. Sebbene diverse negli scopi, le due visioni possono presentarsi con le stesse caratteristiche psicologiche e tuttavia, nonostante la loro somiglianza psicologica, devono essere valutate diversamente, soprattutto per ciò che riguarda i criteri della loro autenticità, in quanto fanno valere pretese essenzialmente diverse nei confronti dell’ambiente che circonda il veggente.
Visioni mistiche sarebbero, per esempio, quelle di santa Gemma Galgani, perché riguardano unicamente la sua propria vita religiosa. Profetiche, invece, sarebbero quelle di santa Maria Margherita Alacoque, perché implicano delle indicazioni rivolte ad altri. La necessità di una diversa valutazione delle due visioni diventa particolarmente chiara quando si ponga attenzione al rischio completamente diverso che la fede in queste visioni comporta.
Volendo ora dire qualcosa di più preciso sulle rivelazioni private, intendiamo riferirci alle “visioni profetiche”. Dobbiamo dunque parlare di quelle rivelazioni private che non riguardano soltanto il singolo e la sua vita personale, ma che attraverso colui che le riceve si rivolgono, benché siano private, alla Chiesa o a gran parte di essa. Rivelazioni private che raccomandano a molti una certa devozione, esortano alla penitenza, impartiscono determinati ordini, mettono in guardia contro certe dottrine, raccomandano un insegnamento spirituale ecc. Senza dubbio, lungo la storia della Chiesa, si sono succedute continuamente rivelazioni private di questo genere ed hanno esercitato un grande influsso. Nei loro confronti si pongono questioni non solo psicologiche, ma anche teologiche. Quando si parla di “rivelazioni private” fra cattolici, si pone generalmente la questione della psicologia di questi fenomeni e di qui la domanda relativa all’autenticità di queste rivelazioni e la verità del loro contenuto. […]. Tuttavia crediamo che un tale modo di considerare le cose sia unilaterale. Risulta necessario che esso venga integrato da considerazioni di natura propriamente teologica. Ora, […] da una parte, una certa teologia delle rivelazioni private è troppo “negativa”: assume soltanto il fondamento della compiutezza della rivelazione pubblica, per cui le rivelazioni posteriori vengono solo negativamente connotate come “private”, precludendo la possibilità di sviluppare una teoria strettamente teologica del loro significato e della loro necessità per la Chiesa come tale, un significato che esse certamente hanno avuto. Gli spunti contenuti nella Scrittura per una teologia della profezia nella Chiesa e per la Chiesa, non vengono adeguatamente sviluppati.
[…] Prima di Cristo, nella storia, senza però che essa venisse superata o tolta, poteva ancora verificarsi qualcosa di nuovo in vista della salvezza che ancora non c’era, qualche cosa che avrebbe cambiato essenzialmente la situazione dell’uomo di fronte a Dio: Dio poteva emanare una nuova legge, stipulare o annullare un’alleanza. La decisione di Dio, inaspettata e imprevedibile, poteva essere l’ira oppure la grazia (entrambe atti della libertà di Dio). In breve: dalle insondabili possibilità del Dio libero – del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, non del dio dei filosofi, poteva realizzarsi nella “rivelazione” questo oppure quello, e questo accadere dell’agire divino, essendo non determinabile dall’uomo, doveva essere accolto, in un atteggiamento di sempre rinnovata obbedienza, quale imprevedibile disposizione di Dio. L’uomo doveva essere pronto per una sempre nuova rivelazione di Dio, capace di ridefinire radicalmente la sua posizione salvifica […]. Ora, però, con Cristo e dopo Cristo è venuta la fine dei tempi, l’agire salvifico di Dio verso l’umanità ha raggiunto in Cristo la sua fase decisiva, in linea di principio insuperabile e definitiva. Con Cristo è arrivato il tempo ultimo che non è provvisorio, ma è anzi così definitivo che nell’eone di Cristo non possiamo aspettarci più nulla in grado di cambiare essenzialmente la nostra situazione salvifica. Se prima di Cristo un tale cambiamento nell’uomo non solo poteva, ma doveva essere atteso, ora invece ciò che il cristiano può attendere ancora è solo l’ultimo giorno, la manifestazione definitiva del dramma dialogico fra Dio e l’uomo che in Cristo è già avvenuta. […] La teologia della rivelazione possiede a questo punto ormai soltanto un significato di retrospezione, senza alcuna tendenza prospettica: l’attesa della rivelazione di Dio nella storia è attesa dalla rivelazione di Dio che compie la storia.
E tuttavia anche in questo tempo ultimo si danno rivelazioni di Dio, non solo al singolo come tale, ma anche alla Chiesa, almeno nel senso che il carisma del singolo ritorna a beneficio dell’intero corpo ecclesiale. Ora, però, per quanto da un punto di vista puramente psicologico possano essere simili alla rivelazione di Dio prima di Cristo e in Cristo, queste rivelazioni devono non di meno manifestare una differenza essenziale, qualitativa, rispetto a quelle precristiane. E ciò al fine di mantenere quanto abbiamo detto sopra, a proposito del carattere particolare dell’ultimo tempo, nel quale non ci possono essere più rivelazioni costitutive per la situazione salvifica. Bisognerà determinare l’essenza di queste rivelazioni private postcristiane, potremmo dire ecclesiali – e cioè significative ad un livello che non è puramente individuale, in modo che esse si inseriscano intimamente in questa situazione salvifica finale. Come è possibile questo?
Abbiamo già visto che non è sufficiente dire che le rivelazioni private non si rivolgono alla Chiesa o all’umanità nel suo complesso e che il loro contenuto non è positivamente garantito dal magistero ecclesiastico. Se ci si dicesse che il contenuto delle rivelazioni private, in confronto con quello della revelatio publica, non è così “significativo”, che è perciò inessenziale o qualcosa del genere, allora nascerebbe la domanda su come potrebbe essere “senza importanza” qualcosa che Dio rivela. E inoltre da dove si potrebbe sapere che quanto è stato rivelato, se aggiunto al depositum fidei divinae, non comporterebbe variazioni fondamentali nella situazione salvifica fino a questo punto. Se si dice, invece, che le rivelazioni private contengono sempre solo ciò che, indipendentemente da esse, può essere conosciuto dalla rivelazione generale come tale (per esempio la possibilità e l’utilità di una nuova devozione), allora sorge la questione perché Dio riveli ancora questo contenuto e non lasci più semplicemente una tale deduzione all’acume dei teologi. Se riflettiamo su tutto ciò, ci rimarrà quale risposta soddisfacente alla nostra domanda circa l’essenza teologica di una rivelazione ‘privata’ postcristiana alla Chiesa, soltanto questa: la sua essenza non consiste nella rivelazione di un contenuto materiale oggettivo – e cioè nel suo carattere assertorio – che quindi si aggiungerebbe alla rivelazione generale solo accidentalmente. Piuttosto: le rivelazioni private sono nella loro essenza un ‘imperativo’ sul modo in cui la comunità cristiana debba comportarsi in una determinata situazione storica. Esse non rappresentano, nella loro essenza, una nuova asserzione, ma un nuovo comando. A livello delle ‘asserzioni’, in fondo, esse dicono quanto già saputo dalla fede e dalla teologia. E tuttavia esse non sono superflue, una sorta di ‘corso celeste’ di ripetizione della rivelazione generale o una maieutica intellettuale per la conoscenza di qualcosa che, fondamentalmente, si potrebbe scoprire anche senza questo aiuto. Poiché ciò che è volontà di Dio in una determinata situazione, non può essere determinato logicamente in maniera univoca soltanto dai principi generali del dogma e della morale, neppure attraverso l’analisi della situazione concreta in cui ci si trova.
Queste riflessioni teoretiche possono dischiudere lo spazio dell’agire corretto e necessario dell’uomo – in molti casi così bene che risulta praticamente univoco comprendere come si debba agire – e sono quindi in ogni caso necessarie. Tuttavia, esse non possono dire, in linea di principio, quale tra le diverse decisioni sempre ancora possibili dentro questo spazio, corrisponda effettivamente alla volontà di Dio e come debba essere presa. Una concezione contraria vorrebbe falsamente dissolvere nel ‘generale’ la concretezza ed indeducibilità dell’agire dell’uomo, riducendo ciò che è spiritualmente concreto ad un puro caso del generale. Secondo Ignazio, esistono dei tempi di elezione per la conoscenza della volontà di Dio circa una particolare ‘decisione’, i quali avvengono nella luce della fede al di fuori e ‘prima’ di ogni riflessione razionale. Poiché in essi l’uomo fa esperienza della volontà di Dio mosso da Dio stesso, la riflessione teologico-morale o logica rappresenta soltanto un ‘sostituto’ nel caso in cui il movimento divino si ferma o non viene conosciuto con sufficiente chiarezza, e comunque questo ‘sostituto’ non può essere visto come il caso normale di una decisione. Ora deve esserci per la vita della Chiesa, nella ‘decisione’ della Chiesa, qualcosa di analogo, l’azione di un impulso divino che non può essere sostituita dalle riflessioni teoretiche e dalle deduzioni dei teologi e dei moralisti, o da una pura ‘assistentia Spiritus Sancti di per sé negativa’, in virtù della quale queste riflessioni possano certo essere preservate dal falso, ma le cui autentiche fonti rimangono pur sempre i puri principi fondamentali e la situazione concreta.
[…] In linea di principio, lo Spirito Santo può, attraverso ogni membro della Chiesa, operare su di essa e farle conoscere ciò che richiede da lei, cioè l’imperativo che in quella data ora le si impone. L’imperativo ispirato da Dio ad un membro della Chiesa per l’agire della Chiesa in una determinata situazione storica, questo ci sembra l’essenza di una data ‘rivelazione privata’ profetica di tipo postcristiano. ‘Come’ poi tale rivelazione privata si trasmetta dal singolo alla Chiesa o a gran parte di essa, se attraverso una proclamazione ufficiale: ‘haec dicit Dominus’, oppure seguendo la via di un metodo deduttivo o in qualsiasi altro modo, questa è una questione secondaria. Così come, secondo l’insegnamento classico degli antichi, il ‘singolo’, posto davanti alla sua decisione nel caso concreto non dovrebbe solamente chiedersi: che cosa è ‘ragionevole’ qui e ora secondo i principi generali del dogma e della morale, ma anche secondo ‘l’impulso dello Spirito Santo’, così nelle decisioni della Chiesa bisognerebbe domandarsi: ‘Non est propheta… ut interrogemus per eum?’ (1Re 22,7). Non si dovrebbe trattare troppo sbrigativamente il carisma della profezia più o meno come un privilegio ormai passato della Chiesa primitiva. Le forme sociologiche e psicologiche del carisma profetico e del suo intervento lungo il cammino della storia della Chiesa possono variare. Ma sempre dev’esserci nella Chiesa, accanto all’ufficio trasmesso per l’imposizione delle mani, anche la vocazione umanamente non trasferibile del profeta. Nessuno dei due doni può rimpiazzare l’altro […]”.

Visioni e profezie: mistica ed esperienza della trascendenza” – di Karl Rahner (1952), ed. it. a cura di Vita e pensiero, Milano 1995, pp. 41-45.48-52.


Edited by terranovas - 7/11/2019, 09:49
 
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