Club Amici Valtortiani

Marco Corvaglia

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terranovas
view post Posted on 10/10/2015, 08:59 by: terranovas
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Nel post iniziale rimandavo all'atricolo di Civiltà Cattolica e al libro del dott. Pisanti dove è possibile trovare il testo dell'articolo stesso.
Inserisco in questo post parte del capitolo presente nel libro "Pro e Contro Maria Valtorta" come integrazione alla documentazione:

CITAZIONE
UN ARTICOLO DI 'CIVILTA' CATTOLICA' DEL 1961

La Civiltà Cattolica è la prestigiosa rivista quindicinale di cultura che i Padri Gesuiti di Roma pubblicano dal 1850.
Si dice che le bozze di ogni numero (che si chiama 'quaderno') siano visionate in Vaticano prima di essere licenziate per la stampa.
E' certa, comunque, la sua stretta sintonia con le direttive della Santa Sede, della quale è ritenuta quasi portavoce.
Sicuramente approvato (se non commissionato) da un'autorità vaticana è l'articolo che il quaderno 2665, del 1° luglio 1961, dedica all'Opera di Maria Valtorta.
Fa parte di quattro servizi di una rubrica intitolata 'Rivista della stampa'. I primi tre hanno una firma. Il quarto, siglato (coraggiosamente) con tre asterischi, è il seguente:

“IL POEMA DELL'UOMO-DIO”
Il 16 dicembre 1959 vene messo all'Indice dei libri proibiti il Poema dell'Uomo-Dio, un'opera in quattro grossi volumi di complessive 3920 pagine.
Si sperava che la condanna avrebbe tolto dalla circolazione questa 'vita di Gesù malamente romanzata', come la definiva l'Osservatore Romano (6 gennaio 1960);
invece un opuscolo del febbraio 1961, che riporta la “Prefazione” e l'”introduzione” estratte dal vol. I, c'informa che è pronta una nuova edizione dell'opera,
non più in quattro ma in dieci volumi, e che sono già accessibili al pubblico i volumi primo e secondo.
Questa nuova edizione è sostanzialmente conforme alla prima, a parte alcune aggiunte ed alcune correzioni, ed a parte l'aumento del costo.
Il merito dell'opuscolo sta nell'averci fatto conoscere l'autrice dell'opera, la quale nella prima edizione era anonima, e la maniera come l'opera stessa è stata composta.

L'autrice è una certa Maria Valtorta, nata a Caserta nel 1897 ed attualmente colpita da una grave forma di alterazione mentale.
Dal suo Diario spirituale appare particolarmente soggetta a 'visioni' di Gesù, di San Francesco d'Assisi, di Santa Teresa del B.G., dell'Angelo Custode;
e nel gennaio del 1944, l'inizio delle 'visioni evangeliche dell'opera'; l'Opera, infatti -così è detto Il Poema dell'Uomo-Dio - è stata scritta dal 23 aprile 1943 al 28 aprile 1947. Essa è “composta -è la Valtorta che parla- di dettati e di visioni di Martiri e del tempo di Gesù Cristo”.
Ella stessa poi ci fornisce maggiori dettagli: costretta a restare immobile nel letto, a causa d'una paresi agli arti inferiori, scrive appoggiando un quaderno sulle ginocchia “tutti i giorni da un minimo di un'ora a cinque ed anche più ore” senza interruzioni ed, evidentemente, sotto dettatura di Gesù, il quale però, essa ci avverte, talvolta va troppo veloce, mentre la madonna, quando è il suo turno, detta più lentamente.
Pare però che Gesù si fosse stancato di dettare, perché mentre “nei primi diciotto mesi predominavano i dettati, negli altri Gesù SS ha preferito inserire i dettati in visioni”.
L'opera sarebbe dunque il frutto di una rivelazione, intesa a colmare le lacune della narrazione evangelica: “con quest'Opera, scrive la Valtorta, a conclusione della sua fatica, non fu fatta aggiunta alla rivelazione, ma ricolmate le lacune che si eran prodotte per cause naturali e voleri soprannaturali”: eccoci dunque al quinto vangelo!
Secondo l'opuscolo che presenta l'opera, ci troveremmo dinanzi ad un fenomeno valtortiano”: alcuni passi dell'opera dell'opera raggiungerebbero poi “vette di pensiero filosofico e
teologico inaccessibili al pensiero umano, se privo di illuminazioni soprannaturali”.
Evidentemente il presentatore ignora tanto la filosofia quanto la teologia: dobbiamo invece dire che, a parte a pietà che c'ispira la disgrazia che l'ha colpita, la Valtorta è una povera visionaria dalla galoppante fantasia ed affetta da logorrea. Il libro che ne è uscito abbonda di lungaggini e di sciocchezze, per di più, messe in bocca a Gesù Cristo e alla Madonna. Quello che è grave non è tanto il fatto che una povera illusa l'abbia scritto, quanto che si sia trovato un editore compiacente che l'abbia stampato e diffuso,
a scapito della fede cristiana che, ad abbeverarsi a fonti inquinate, ha tutto da perdere. Ma più grave ancora è il fatto che, nonostante la severa condanna della Chiesa, Il Poema dell'Uomo-Dio esca ora in seconda edizione.
Il presentatore si augura che “ridimensionando scientificamente il fenomeno e restituendo alla sua manifestazione la genuinità originale, possa aprirsi la via alla revisione del pronunziato giudizio”.
Vana e inutile attesa: il 'fenomeno' è stato già ridimensionato scientificamente e collocato in una ben nota categoria di malattie mentali,
e le aggiunte fatte alla seconda edizione non mutano la natura dell'opera che resta un monumento di puerilità, di fantasie e di falsità storiche ed esegetiche, diluite in una atmosfera sottilmente sensuale, per la presenza di un nugolo di donne al seguito di Gesù. Un monumento insomma di pseudoreligiosità.
Perciò, anche per questa seconda edizione dell'opera, il giudizio di condanna della Chiesa mantiene la sua validità.

* * *

fonte: "Pro e Contro Maria Valtorta" di Emilio Pisani - Centro Editoriale Valtortiano

Per il resto del capitolo rimando a detto libro.
 
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